L'uomo senza nome

L'uomo senza nome
Gregg Hurwitz

Dea Planeta Libri, pubblicato nel Ottobre 2019
442 Pagine

La prima volta che ho conosciuto Evan Smoak è stato nel 2016, quando ha fatto la sua prima apparizione nel libro Orphan X. È stato un incontro affascinante, perché Evan è una specie di super eroe, che le persone possono chiamare una sola volta nella vita quando sono in seria difficoltà, e una volta risolto il problema possono passare il numero a qualcuno che ne ha davvero bisogno, come una catena senza fine.
Evan è Orphan X, e faceva parte del "Programma Orphan" progettato dal Dipartimento della Difesa, in cui alcuni ragazzi abbandonati nelle case famiglia erano stati addestrati a fare ciò che al governo americano non era ufficialmente concesso. Un programma finanziato con fondi fantasma. Gli Orphan quindi, tecnicamente non esistevano nemmeno. Evan era uno tra questi, e dopo aver abbandonato l'incarico del governo, decide di continuare un lavoro pro bono. Ora Evan è L'uomo senza nome. Continua il suo lavoro di giustiziere in solitaria, in modalità indipendente, pronto ad aiutare chi ha davvero bisogno di lui.

Ma proprio quando era nel momento più importante di un lavoro, ovvero il ritrovamento di una ragazza rapita di nome Alison, Evan stesso rapito. Ma da chi? E sopratutto per quale motivo?

Evan è un personaggio misterioso che risulta però affascinante, è un uomo giusto, un uomo che vive secondo delle regole precise e segue i comandandamenti interiorizzati e tramandati da Jack, il suo maestro da quando era solo un bambino. Un uomo dal passato traumatico, ma che non ha mai abbandonato la sua umanità, nonostante la tenga ben nascosta per via delle atrocità che ha passato.

Ne L'uomo senza nome la narrazione è veloce, pronta a dare l'idea di azione, che è la parola chiave del romanzo. I fatti avvengono uno dietro l'altro senza sosta, senza sentimento, ma solo con tanta, tanta adrenalina. Per accentuare di più questo, l'autore utilizza frasi brevi, brevissime, che aiutano a ritmare velocemente le scene. Il movimento in questo libro è al centro di tutto, un po' a discapito del lato emozionale che rimane molto marginale. Sono oltre quattrocento le pagine che compongono il romanzo, e forse alcune parti risultano un po' prolisse. L'autore si perde nella descrizione di scene di combattimento tra i personaggi, tanto che nel libro ce ne sono a volontà, raccontate con minuziosi dettagli, che aiutano il lettore a immaginare quello che sta leggendo.

L'uomo senza nome
Gregg Hurwitz

Dea Planeta Libri, pubblicato nel Ottobre 2019
442 Pagine

La prima volta che ho conosciuto Evan Smoak è stato nel 2016, quando ha fatto la sua prima apparizione nel libro Orphan X. È stato un incontro affascinante, perché Evan è una specie di super eroe, che le persone possono chiamare una sola volta nella vita quando sono in seria difficoltà, e una volta risolto il problema possono passare il numero a qualcuno che ne ha davvero bisogno, come una catena senza fine.
Evan è Orphan X, e faceva parte del "Programma Orphan" progettato dal Dipartimento della Difesa, in cui alcuni ragazzi abbandonati nelle case famiglia erano stati addestrati a fare ciò che al governo americano non era ufficialmente concesso. Un programma finanziato con fondi fantasma. Gli Orphan quindi, tecnicamente non esistevano nemmeno. Evan era uno tra questi, e dopo aver abbandonato l'incarico del governo, decide di continuare un lavoro pro bono. Ora Evan è L'uomo senza nome. Continua il suo lavoro di giustiziere in solitaria, in modalità indipendente, pronto ad aiutare chi ha davvero bisogno di lui.

Ma proprio quando era nel momento più importante di un lavoro, ovvero il ritrovamento di una ragazza rapita di nome Alison, Evan stesso rapito. Ma da chi? E sopratutto per quale motivo?

Evan è un personaggio misterioso che risulta però affascinante, è un uomo giusto, un uomo che vive secondo delle regole precise e segue i comandandamenti interiorizzati e tramandati da Jack, il suo maestro da quando era solo un bambino. Un uomo dal passato traumatico, ma che non ha mai abbandonato la sua umanità, nonostante la tenga ben nascosta per via delle atrocità che ha passato.

Ne L'uomo senza nome la narrazione è veloce, pronta a dare l'idea di azione, che è la parola chiave del romanzo. I fatti avvengono uno dietro l'altro senza sosta, senza sentimento, ma solo con tanta, tanta adrenalina. Per accentuare di più questo, l'autore utilizza frasi brevi, brevissime, che aiutano a ritmare velocemente le scene. Il movimento in questo libro è al centro di tutto, un po' a discapito del lato emozionale che rimane molto marginale. Sono oltre quattrocento le pagine che compongono il romanzo, e forse alcune parti risultano un po' prolisse. L'autore si perde nella descrizione di scene di combattimento tra i personaggi, tanto che nel libro ce ne sono a volontà, raccontate con minuziosi dettagli, che aiutano il lettore a immaginare quello che sta leggendo.
Recensioni simili